Finanza

Quale sarà la tua pensione?

14 aprile, 2022

Quale sarà la tua pensione?

Buongiorno Massimo, sono Luca. Ho avuto il tuo contatto da Stefano, tuo cliente e mio caro amico. Ti scrivo perché io e mia moglie Marta avremmo bisogno di farti delle domande su fondi pensione e previdenza complementare. Premetto che non ne so nulla, ma ho 45 anni e forse è meglio che inizi a mettere la testa sull’argomento pensione.

Fino a qualche anno fa c’era molto disinteresse verso i fondi pensione: probabilmente perché la copertura del sistema previdenziale pubblico era più che buona. O così si credeva. Negli ultimi anni, saggiamente, sempre più lavoratori si informano per capire come gestire al meglio TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e contributi previdenziali.

La fascia d’età più giovane è solitamente meglio preparata sull’argomento. Chi ha meno di 30 anni ha spesso il TFR che confluisce in un fondo pensione, e versa anche un contributo aggiuntivo volontario. Chi invece è generalmente meno informato sono gli over 45. Per loro, questo disinteresse potrebbe trasformarsi in un problema.

La pensione sarà bassa, ma sarà giusta.

Ho incontrato Luca e la moglie Marta e siamo andati a determinare quanti anni mancano, in base alla legge attuale, al loro ritiro lavorativo. Calcolare quale sarà l’importo della loro pensione non è stato difficile. La stessa INPS mette a disposizione di tutti la pagina “La mia pensione futura”, e leggere che la pensione sarà poco più della metà dell’ultimo stipendio percepito, beh… non è una bella sensazione per nessuno.

Allora perché dico che la pensione sarà bassa ma giusta? Semplice: l’importo della pensione dipenderà dalla somma dei contributi accantonati durante gli anni lavorativi. Il totale viene diviso per gli anni di vita media previsti al momento in cui si andrà in pensione. Importante sarà anche la rivalutazione a cui saranno soggetti questi contributi.

Per avere, oggi, a 67 anni, una pensione mensile netta da 1.650€, bisogna avere 500.000€ di contributi versati. Una gran bella cifra. Luca non ha versato molti contributi INPS nella sua prima parte di esperienza lavorativa, in quanto ha iniziato con qualche lavoro saltuario dopo la laurea a ventisei anni e ha trovato stabilità solo a trent’anni. Marta ha da sempre una partita iva, che aveva chiuso 10 anni fa con la nascita del figlio Mattia e che ha riaperto 5 anni fa in regime forfettario.

Agevolazioni fiscali.

Lo Stato italiano è consapevole delle distorsioni del sistema pensionistico e del fatto che, a lungo andare, questo schema sarà insostenibile. Per questo motivo, da vent’anni, favorisce fiscalmente l’adesione ai fondi pensione tramite considerevoli vantaggi fiscali. Tanto prima si inizia ad aderire a un fondo pensione, tanto maggiori saranno i benefici.

Oltre ai vantaggi fiscali, bisogna considerare anche i profitti. Negli ultimi 10 anni il TFR lasciato in azienda si è rivalutato, per legge, del 1,9% annuo. Lo stesso TFR versato in un fondo azionario ha avuto un rendimento medio netto del 7% annuo (dati COVIP 31.12.2021). Ovvero: 1.600€ di TFR lasciati ogni anno in azienda sono, ad oggi, €17.439,67. Gli stessi 1.600€ di TFR versati in un fondo pensione azionario sono €22.106,31. E più passa il tempo più la differenza aumenta, perché il tempo premia sempre gli investimenti.

Analizzata la situazione contributiva di Luca e Marta, e simulato l’importo della pensione, abbiamo deciso per l’adesione di entrambi a un fondo pensione, con importi di contribuzione diversi in base ai loro obiettivi specifici. E abbiamo aperto il fondo pensione anche al figlio Mattia di dieci anni, perché non è mai troppo presto quando si tratta di costruire un futuro sereno per la tua famiglia.

Sono Massimo Sandonà, consulente ed educatore finanziario per famiglie. Mi prendo cura delle finanze della tua famiglia e ti tengo al sicuro dagli imprevisti.

 

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